Le ragazze vogliono solo divertirsi.
Il titolo dell’articolo di oggi cita una vecchia canzone di Cindy Lauper, Girls Just Want To Have Fun, e non a caso.
In questi giorni mi sono ritrovata a riflettere sul personaggio di Camilla, la mia Cécile de Volanges. È stata una sfida interessante cercare di trasportare il personaggio di Choderlos de Laclos ai giorni nostri. Il mondo è così cambiato, e di certo sono cambiate le adolescenti, con una velocità così vertiginosa da fare spavento.
Come potevo sperare di riscrivere il destino di questa giovanissima fanciulla, cresciuta in convento, al riparo dal male e dalle insidie del mondo, preservata nella mente e nella virtù per poter essere data in moglie a un nobile facoltoso e molto, molto più vecchio di lei?
Ci ho pensato a lungo, e, alla fine, Camilla stessa è venuta a cercarmi e mi ha dato la risposta che stavo cercando.
Perché se è vero che le ragazze moderne sono molto più sveglie e spregiudicate delle loro coetanee di trecento anni fa, e sebbene imparino fin troppo presto a conoscere il mondo dei grandi, a scapito di una prematura perdita dell’innocenza, è anche vero che entrambe, Camilla e Cécile, vivono un’età in cui è impossibile non farsi irretire dal gioco dell’amore. Un gioco tanto pericoloso quanto stuzzicante, che provoca vertigini e batticuore, parossismi di gioia e abissi di dolore, ma che proprio perché così estremo ed emozionante, nei suoi eccessi, risulta irresistibile.
Così, inseguendo le orme di Cécile, che si innamora del giovane e inesperto Danceny, ma che finisce sedotta dal perverso Valmont, salvo poi abbandonarsi con un entusiasmo tutto adolescenziale all’educazione ‘sentimentale’ che quest’ultimo le riserva, ho trovato la ‘mia’ Camilla, inquieta, curiosa, pronta a lasciarsi sedurre con tutta l’insostenibile leggerezza dei suoi diciotto anni. La vanità e l’inesperienza valgono quanto un’educazione in convento, quando tutto nella tua mente, nel tuo cuore, nel tuo corpo, freme per prendere parte al gioco. Forse perché a quell’età non sai ancora quanto possa fare male giocarlo.
Un’ultima considerazione, per non anticiparvi troppo. Se penso a Isabella, la matura protagonista del mio romanzo, mi viene da chiedermi se, crescendo, Camilla potrebbe diventare poi così diversa da lei. In fondo de Laclos non ci ha rivelato che ne è stato di Cécile una volta uscita dal convento dove si rifugia alla fine del romanzo. Forse, perduta la grazia della giovinezza, insieme alla virtù, più matura e consapevole delle regole del gioco, è divenuta una seconda marchesa de Merteuil…