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Le relazioni pericolose 2019 ora è anche cartaceo

Ve lo avevo promesso, e io mantengo le promesse.

Da oggi potrete acquistare il mio romanzo Le relazioni pericolose 2019 anche in formato cartaceo.

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Isabella, vincere o morire nel gioco dell’amore.

Continuando a parlare dei personaggi femminili di Le relazioni pericolose 2019, non posso non soffermarmi su Isabella.

Isabella… è la mia Marchesa de Merteuil. Scoprirla, reinventarla, è stata una sfida nella sfida. Perché la sua illustre predecessora era già di per sé un personaggio non convenzionale, per la sua epoca, una donna pronta a sfidare tutti i limiti imposti al proprio sesso dalla società maschile, rivendicando una libertà inimmaginabile, ottenuta a furia di compromessi, autodisciplina, una metodica manipolazione della propria essenza. Mi piace ricordare a proposito una delle mie citazioni preferite dal film Le relazioni pericolose di Stephen Frears (1988). In questo caso la Marchesa de Merteuil era interpretata da una superba Glenn Close. A un certo punto il personaggio pronuncia una confessione che è una vera e propria ammissione d’intenti:

“Quando feci l’ingresso in società avevo quindici anni; e io già sapevo che il ruolo a cui ero condannata, vale a dire stare zitta ed obbedire ciecamente, mi dava l’opportunità ideale di ascoltare e di osservare. Non quello che mi dicevano, che non era di nessun interesse, ma tutto quello che la gente cercava di nascondere; ed ho esercitato il “distacco”. Imparai a sembrare allegra, mentre sotto la tavola mi piantavo una forchetta nel palmo della mano e finii per diventare una “virtuosa nell’inganno”. Non era il piacere che cercavo, era la conoscenza; e consultavo i più rigidi moralisti, per la scienza dell’apparire, i filosofi, per sapere cosa pensare, e i romanzieri, per capire come cavarmela; e alla fine io ho distillato il tutto, in un principio meravigliosamente semplice: “vincere o morire”.”

Un’affermazione inammissibile, se la immaginiamo pronunciata da una donna vissuta nel ‘700!

Oggi è tutto più facile, le donne sono emancipate, indipendenti, possono lavorare e guadagnare quanto e più degli uomini. Sono rispettate e temute. Davvero?…

Isabella, o meglio Isabella.roaring70s, come è conosciuta in Rete, è uno dei personaggi più misteriosi del romanzo, e questo è curioso, considerando che è anche una delle protagoniste, per non dire LA protagonista. Eppure di Isabella non sappiamo nemmeno il cognome, di tutti gli altri sì. Quello che scopriamo di lei emerge progressivamente solo dalle lettere che si scambia con Giacomo, il suo amante storico, il suo Valmont.

Scopriamo così che Isabella è stata sposata con un ricco texano, che l’ha resa vedova e ricca. Tornata in Italia è divenuta regina indiscussa regina della società romana, aprendo il proprio salotto a esponenti del mondo politico, dello spettacolo, a tutta la Roma che conta. Una novella Madame de Staël, meno intellettuale, sicuramente, molto più interessata al potere, quel potere che si acquisisce solo attraverso la conoscenza dei punti deboli degli altri. Isabella sembra una specialista in questo. La sua mente arguta e il suo atteggiamento insinuante sembrano fatti apposta per sezionare l’anima altrui, frugare la carne per carpirne i segreti più intimi e riposti. E poi usarli per infliggere dolore, con la noncuranza con cui un bambino strappa le ali a una farfalla.

Ma è davvero così? Isabella, la mia Isabella, fredda e appassionata a un tempo, è davvero priva a sua volta di punti deboli?

Ripenso alla Marchesa de Merteuil quindicenne, che sorrideva piantandosi i rebbi della forchetta nella mano. Che imparava a tacere, a subire tutti i soprusi a cui il mondo di uomini in cui viveva la condannava.

Isabella è crudele, anche quando ama, soprattutto quando ama.

A un certo punto scrive a Giacomo:

“Cercami, amami ancora, pure se non mi trovi sulla strada che stai percorrendo adesso. Se ti fermi un istante e ti guardi intorno con gli occhi di chi guarda con l’anima, vedrai che io sono lì con te. Sentirai che non mi hai persa per sempre, mi hai solo lasciata scivolare via. Gli anni passati mi pesano, ora non riesco più a fuggire da te. Sono qui per te, in attesa di un cenno che risvegli i nostri vecchi sentimenti, la nostra complicità di sempre. Di un tuo bacio che mi dica “ti voglio”. Entra in me, fammi sentire se riesco a far rinascere il maschio, l’uomo che eri e cerco ancora.”

È davvero tutta finzione? Non è solo un modo per celare una fragilità rinnegata, ricacciata a forza in un luogo remoto, distante, per proteggersi dal male, per soffocare il pianto di una ragazza troppo giovane, troppo ingenua per saper far fronte alla crudeltà del mondo dei grandi?

Io, dopo tanto tempo, non ne sono ancora sicura.

Forse lo scoprirete voi, leggendo il mio libro.

Le ragazze vogliono solo divertirsi.

Il titolo dell’articolo di oggi cita una vecchia canzone di Cindy Lauper, Girls Just Want To Have Fun, e non a caso.

In questi giorni mi sono ritrovata a riflettere sul personaggio di Camilla, la mia Cécile de Volanges. È stata una sfida interessante cercare di trasportare il personaggio di Choderlos de Laclos ai giorni nostri. Il mondo è così cambiato, e di certo sono cambiate le adolescenti, con una velocità così vertiginosa da fare spavento.

Come potevo sperare di riscrivere il destino di questa giovanissima fanciulla, cresciuta in convento, al riparo dal male e dalle insidie del mondo, preservata nella mente e nella virtù per poter essere data in moglie a un nobile facoltoso e molto, molto più vecchio di lei?

Ci ho pensato a lungo, e, alla fine, Camilla stessa è venuta a cercarmi e mi ha dato la risposta che stavo cercando.

Perché se è vero che le ragazze moderne sono molto più sveglie e spregiudicate delle loro coetanee di trecento anni fa, e sebbene imparino fin troppo presto a conoscere il mondo dei grandi, a scapito di una prematura perdita dell’innocenza, è anche vero che entrambe, Camilla e Cécile, vivono un’età in cui è impossibile non farsi irretire dal gioco dell’amore. Un gioco tanto pericoloso quanto stuzzicante, che provoca vertigini e batticuore, parossismi di gioia e abissi di dolore, ma che proprio perché così estremo ed emozionante, nei suoi eccessi, risulta irresistibile.

Così, inseguendo le orme di Cécile, che si innamora del giovane e inesperto Danceny, ma che finisce sedotta dal perverso Valmont, salvo poi abbandonarsi con un entusiasmo tutto adolescenziale all’educazione ‘sentimentale’ che quest’ultimo le riserva, ho trovato la ‘mia’ Camilla, inquieta, curiosa, pronta a lasciarsi sedurre con tutta l’insostenibile leggerezza dei suoi diciotto anni. La vanità e l’inesperienza valgono quanto un’educazione in convento, quando tutto nella tua mente, nel tuo cuore, nel tuo corpo, freme per prendere parte al gioco. Forse perché a quell’età non sai ancora quanto possa fare male giocarlo.

Un’ultima considerazione, per non anticiparvi troppo. Se penso a Isabella, la matura protagonista del mio romanzo, mi viene da chiedermi se, crescendo, Camilla potrebbe diventare poi così diversa da lei.  In fondo de Laclos non ci ha rivelato che ne è stato di Cécile una volta uscita dal convento dove si rifugia alla fine del romanzo. Forse, perduta la grazia della giovinezza, insieme alla virtù, più matura e consapevole delle regole del gioco, è divenuta una seconda marchesa de Merteuil…

Amore, sesso e politica al tempo della comunicazione 2.0

In questi giorni a dir poco incerti per la politica del nostro paese, mi piace pensare a come la letteratura s’intrecci con la realtà, a volte essendone specchio, a volte creando strani giochi profetici, del tutto involontari.

Anche il mio Le relazioni pericolose 2019 non fa eccezione. Anzi.

In questo romanzo si parla di molti argomenti. Dell’amore, nelle sue tante sfaccettature, tenere e crudeli, nelle trame contorte e spesso perverse che riesce a intrecciare, delle conquiste e delle sconfitte di cui è motore.

Si parla di luoghi, che finiscono con l’essere scenari inconsapevoli della tragedia di cui sono protagonisti i miei personaggi.

Si parla anche di politica, ebbene sì.

Ne parla Isabella, ricordando un episodio avvenuto a casa sua, che aveva avuto come protagonista l’allora capo dei servizi segreti. E ne parla schernendo i politici di oggi, troppo spaventati per trasgredire veramente.

Ne parla Giacomo, coinvolto dapprima indirettamente, poi in modo più spregiudicato, in vicende nelle quali forse farebbe meglio a non immischiarsi. Enzo, il marito di Ginevra, la donna che lui ha deciso di conquistare, è un sindaco 5 Stelle che si ritrova improvvisamente eletto deputato e catapultato nel cuore politico della capitale. Con lui collaborerà anche Marta, madre di Camilla, un’altra vittima del mio moderno Valmont. Non posso dirvi molto di più riguardo al coinvolgimento di Giacomo con la parabola politica di Enzo, per non svelarvi troppo della trama. Lascio a voi il piacere di scoprirla.

Tornando alla visione politica dei miei personaggi, confrontata con la realtà a cui stiamo assistendo, con un certo disincanto, ammetiamolo, in quest’ultimo periodo, mi piace citare una frase di Giacomo, che a un certo punto, scrivendo a Isabella del marito di Ginevra, afferma: “Sai, da quando sono arrivati al governo, questi nuovi politici pensano che tutti cerchino di ingannarli e si tengono lontani da qualsiasi forma di pubblicità. Vedrai quando avranno assaggiato il potere quante comparsate televisive e paparazzate su richiesta ci toccherà subire!”

Ricorda qualcosa, o qualcuno?

In un’epoca in cui tutto è apparenza, in cui la popolarità vale più del merito e i followers e gli amici ‘virtuali’ contano più di quelli veri, anche la politica deve scendere a patti con le nuove tecnologie. Abbiamo visto uomini venuti dal nulla scalare i consensi della nazione grazie alla Rete, abbiamo assistito a referendum on line e a dibattiti politici via Twitter. Ogni giorno, su Facebook si discute di politica, spesso senza alcuna cognizione di causa, mentre Instagram ci regala istantanee di coloro i quali dovrebbero governare il paese intenti a fare di tutto fuorché il proprio lavoro..

Nel mio romanzo non ho voluto certo prendere posizioni riguardo alla politica, no. Ma ho parlato di cosa significhi comunicare nel 2019, anzi, ho lasciato che le vicende dei miei personaggi prendessero forma e vita solo attraverso i loro messaggi, le loro e-mail, i loro whatsapp.

È l’amore 2.0, la politica 2.0, il mondo 2.0.
Mi piace che sia così?
Non è questo il punto.
Io racconto solo storie.

Viaggio in Italia, tra amori e tradimenti

C’è qualcosa che rende speciale il mio ultimo romanzo, qualcosa che lo differenzia in modo innegabile dall’opera di Chorderlos de Laclos, al quale mi sono ispirata.

Non è tanto la psicologia dei personaggi. I protagonisti di Laclos erano di un’attualità spaventosa, sebbene si muovessero in uno scenario storico e sociale così lontano dal nostro. Ma la sottile crudeltà della Marchesa de Merteuil, così come la lucida e disperata inclinazione all’annichilimento celata dal disperato edonismo di Valmont, sono maledettamente moderni, e li si può ritrovare in uomini e donne che incrociano ogni giorno il nostro cammino. Magari non eguaglieranno in fascino i due diabolici protagonisti del romanzo epistolare. Allo stesso modo le vittime di allora non differiscono da quelle di oggi, poiché il gioco della seduzione, con le sue regole ineluttabili e spesso disumane, non ammette prigionieri: c’è chi vince, c’è chi perde, e c’è chi, in un attimo, può ritrovarsi a perdere ogni cosa per un’unica mano sfortunata.

Dunque non stiamo parlando dei personaggi. E allora di cosa?

Di certo cambiano i mezzi di comunicazione. Laddove la Marchesa e il Visconte tessevano le loro trame d’inganni tramite una fitta e corrispondenza epistolare, Isabella.roaring70s e giacomo.depalo@gmail.com si scambiano email, piuttosto che messaggi su WhatsApp, o ancora sms. Ma, anche in questo caso, la diversità di mezzi di comunicazione non influisce sulla trama. Lo fanno invece altre implicazioni legate alla Rete, sulle quali tornerò in un altro articolo. Il mondo di Laclos era a suo modo barbaro e crudele, ma non può eguagliare i nuovi orrori che i moderni mezzi di comunicazione hanno contribuito a creare.

No, la differenza che mi premeva segnalare è il modo in cui ho voluto giocare con i luoghi, con i paesaggi. La vicenda di Isabella e Giacomo si snoda tra Roma, Palermo e il paesino dei monti Nebrodi da cui proviene la sfortunata Camilla. Una gamma di scenari magnifici che mi ha offerto la possibilità imperdibile di descrivere visione di paesaggi mozzafiato, scorci urbani immortali, contesti naturali selvaggi, che vanno a intrecciarsi con lo stato d’animo dei miei personaggi, giungendo a tratti a rispecchiarne le sfumature.

Forse è proprio questo che troverete nelle mie Relazioni pericolose, rispetto all’originale, e non me ne voglia il maestro Chorderlos de Laclos! Non ho fatto altro che descrivere luoghi che conosco e amo, nella speranza di poterne trasmettere le suggestioni a chi vorrà leggere la mia storia. Dopotutto i libri servono ancora anche per viaggiare, almeno con la fantasia. Lasciate che vi faccia da guida.

 

al grande evento “più libri più liberi” alla fiera di Milano l’8 Marzo a parlare di imprenditoria femminile nell’anno mille

Bella presentazione a Perugia alla Fondazione Marini Clarelli fatta da Gabriella Mecucci ,giornalista molto precisa nelle sue domande

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