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Le Relazioni pericolose tra covid-19, passato e futuro

In questo periodo di presentazioni in giro per l’Italia, finalmente liberi (o quasi…) da molte delle restrizioni a cui ci ha obbligati la pandemia, mi sono resa conto di quanto fossi stata in un certo senso lungimirante nella stesura del mio romanzo Le relazioni pericolose 2.0

Il Covid-19 ha sconvolto le nostre esistenze perfette, o che noi ritenevamo tali, costringendoci a rivedere in modo significativo non lo solo le nostre priorità, ma in generale il nostro stile di vita. Mi chiedo cosa sarebbe stato dei personaggi del mio romanzo se si fossero trovati costretti a muoversi durante un lock down. Sono certa che alcuni di loro non si sarebbero fatti fermare da regole e raccomandazioni, il bello di certi uomini e donne spregiudicati è che sono ribelli in ogni manifestazione, ogni aspetto della propria vita. Così Giacomo e Isabella non avrebbero permesso a niente e nessuno di fermarli nel loro ‘gioco’ dell’amore, trovando un sistema per portare avanti le loro schermaglie e i loro intrighi.

O così mi piace pensare.

Perché questa esperienza ci ha scottati tutti, chi più chi meno. Se i lock down e la distanza forzata a cui siamo stati costretti ha dimostrato – se ce n’era ancora bisogno – l’importanza raggiunta dai social nelle nostre relazioni (pericolose o meno…), dall’altro hanno anche rivelato quanto fragili esse siano, a volte, quanto soggette a incrinature, rotture spesso fatali, quando un’avversità sulla quale non possiamo esercitare controllo alcuno ci strappa dalla nostra routine, dalle nostre certezze.

E poi è vero che abbiamo cercato di sostituire la nostra vita sociale con una vita social. Ma quando la carne chiama la carne, quando il desiderio reclama il suo tributo, davvero ci si può accontentare di parole digitate in una chat, scene di disperata passione o raffinato erotismo descritte da un display? Forse alla fine sono proprio le relazioni nate così, perché non esiste altro modo per viverle, e rivelarsi le più pericolose…

Alla fine sono contenta che Giacomo, Isabella e gli altri personaggi del mio romanzo Le relazioni pericolose 2.0 non abbiano dovuto vivere le loro vicende durante la pandemia. Forse anche grazie a loro riuscirò a ricordare com’era prima, per apprezzare di più quello che verrà dopo.

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