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Cambiano i tempi, ma i personaggi?…

Mi interrogavo qualche giorno fa sull’attualità del mio romanzo, rispetto alla pandemia di Covid-19 che ha sconvolto le vite di molti e la concezione stessa delle nostre esistenze. Oggi mi interrogo sui miei personaggi, su quanto essi siano ancora attuali, a distanza di una manciata d’anni da quando ho terminato la stesura del libro. Non è una domanda banale. Per Giacomo e Isabella mi sono ispirata, almeno concettualmente, al Visconte di Valmont e alla Marchesa de Merteuil, due personaggi resi iconici dal romanzo di Choderlos de Laclos a cui devo l’idea del romanzo Le relazioni pericolose 2.0. Valmont e de Merteuil che, paradossalmente, erano già icone quando sono stati concepiti, simboli di un bel vivere settecentesco che coincideva irrimediabilmente con un libertinaggio esasperato, un libertinage poco filosofico e molto devoto al soddisfacimento dei desideri carnali, ma ancora di più al compiacimento di una sfida senza confine e senza limiti tra due personalità affamate di esperienze, ma ancora di più del gioco psicologico che trova il suo appagamento ne far fare agli altri ciò che si vuole, senza farsene accorgere.

Così Giacomo e Isabella, pur muovendosi in un contesto storico e sociale molto diverso rispetto ai loro antenati dai volti incipriati e dalle parrucche favolose, duellano con la grazia di due serpenti velenosi, a colpi di fiele e malinconia, antichi amanti ai quali non è rimasto che in conforto della solitudine e della sconfitta dell’altro per non arrendersi all’annichilimento.

E poi c’è Ginevra, con i suoi dubbi, le sue fragilità, la sua illusione di potersi mantenere pura e coerente con i propri valori in un mondo in cui a vincere è chi quei valori li scardina, li sbeffeggia, decretandone un tramonto annunciato, e senza avere la pretesa di sostituirli con qualcosa di altrettanto valido e prezioso. Ho sempre pensato che la Presidentessa di Tourvel fosse un’eroina, a suo modo, l’ultimo baluardo di una donna di sani principi, capace di autentico amore, circondata da uomini e donne che hanno fatto della corruzione propria e degli altri il proprio stendardo e proclama.

E poi Camilla, la mia Cécile de Volanges, nuova al gioco dell’amore, eppure così naturalmente portata, forte della sua giovinezza, che la rende sfrontata anche quando dovrebbe apparire solo innocente. Ma c’è ancora spazio per l’innocenza delle adolescenti, nel mondo di Instagram e Tik Tok, dove la bellezza vale solo se esasperata, gettata in faccia, svenduta a un’omologazione esacerbata da modelli di riferimento ossessivi e molto, troppo spesso insani, da ogni punto di vista. Certo, Cécile in convento aveva altri riferimenti, ma non è tipico della gioventù cercare qualcosa a cui appartenere, proprio nel momento in cui si grida al mondo la propria unicità?

Uguali e diversi, i mie personaggi, come uguale e diverso è il mondo, nei suoi infiniti cicli e ricicli, e l’umanità in costante evoluzione, anche nei propri errori…

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